UNA NAVE DI RICORDI

UNA NAVE DI RICORDI
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Con Flotel Europa il regista di Sarajevo Vladimir Tomic realizza un mosaico di found footage per raccontare l'esodo di tanti connazionali verso la Danimarca, simbolo solo temporaneo di un futuro lontano dalla guerra

 

Vladimir, dodici anni, si domanda perché la madre gli dica di fare le valigie, se lui e i suoi fratelli non potranno trascorrere le vacanze estive in Croazia. Capirà presto che la sua famiglia parte per non tornare più. Nel 1992 la Bosnia è ancora una polveriera ed emigrare verso "un'Europa migliore" è l'unico modo per sperare in un futuro più sereno.

 

Attraverso un collage di filmati girati in VHS, Vladimir Tomic racconta l'arrivo e la permanenza della sua famiglia e di tanti connazionali in Danimarca, in fuga dal conflitto che ha contrapposto nei primi anni '90 bosniaci, croati e serbi. La loro nuova vita precaria scorre in un rifugio di fortuna allestito dalla Croce Rossa danese, chiamato Flotel Europa. È una nave attraccata al porto di Copenaghen divenuta centro d'accoglienza, luogo di comunità forzata e anche focolaio di sofferenze e malattie. Una sorta di Ellis Island in miniatura, in cui gli ospiti cercano disperatamente di ricostruirsi un'esistenza normale: rollarsi le sigarette, giocare a calcio, ballare e cantare come a una sagra di paese e anche innamorarsi diventano modi per dimenticare che si sta crescendo o invecchiando troppo in fretta. 

 

Lo sguardo e il tono di voce disincantato del regista, che si sovrappongono a questi film di famiglia carichi di tensione, ricordano con amarezza - ma con un filo di speranza - le emozioni contrastanti che accompagnano ogni migrazione. L'incertezza della sopravvivenza unita alla certezza di essere registrati da una videocamera - sembra dire Tomic - è capace di avvicinare anche degli sconosciuti, uniti solo dalla lontananza dalle proprie radici.

 

Flotel Europa di Vladimir Tomic, Diritti umani, gio 17 marzo alle ore 18:15, Spazio Oberdan

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