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LE NOTTI BIANCHE DI KONCHALOVSKIJ
di Chiara Serventi

Tra i film imperdibili di oggi: The Postman’s White Night di Andrej Konchalovskij, il film più amato dai critici di Venezia 71 e prossimamente nelle sale grazie alla distribuzione del Milano Film Network. Ne parliamo in esclusiva con il regista

Come per il film collettivo I Ponti di Sarajevo del 2014, anche quest’anno uno dei film presentati a MFF troverà distribuzione nelle sale italiane grazie al Milano Film Network. Si tratta di The Postman’s White Night, l’opera che segna il ritorno di Andrej Konchalovskij al cinema russo. Il postino Lyokha affronta le lunghe notti bianche che illuminano un remoto paese di campagna nel Nord della Russia.

Un film di finzione, ma con personaggi reali. Gli abitanti di questo isolato villaggio che si apre sul Lago Kenozero si sono infatti prestati a interpretare le loro vite ordinarie. La colazione al mattino, la televisione sempre accesa, la vodka e le zanzare che non fanno dormire. La routine va in pezzi quando rubano il motore della barca a Lyokha e la donna di cui è innamorato si trasferisce nella grande città.

Dopo Siberiade, negli anni ’80 Konchalovskij abbandona i grandi temi identitari russi per trasferirsi negli Stati Uniti, girando diversi film hollywoodiani, come A 30 secondi dalla fine e Tango & Cash.

Recentemente però ha manifestato una netta opposizione alle logiche dell’industria cinematografica occidentale: «Sono stanco di fare film per persone che mangiano pop-corn, i miei film devono essere guardati, contemplati e non per forza capiti».

E’ il caso di The Postman’s White Night, che trasuda nostalgia per la Russia del passato. Osservando Lyokha viene in mente il romantico protagonista delle Notti bianche di Dostoevskij. La vita del postino è infatti scandita dalla solitudine prima, e dalle illusioni dell’amore, poi.

«Ho solo voluto girare un film semplice, raccontare la storia di persone umili, con immagini pulite», ci spiega al telefono il regista. «La sceneggiatura è stata scritta insieme agli abitanti del villaggio, adattandola alla loro realtà isolata. La ricerca del personaggio principale ha richiesto più di un anno, non volevo assolutamente un attore professionista per questo ruolo!».

Il film si apre con le immagini del postino che gira in barca per ritirare la posta. Deve svolgere commissioni a nome degli abitanti e con disincanto ci mostra alcune foto: «Qui combattevo con la vodka…ha vinto lei.» dice.

La fotografia digitale è la grande protagonista del film. Aggiunge Konchalovskij: «Questo lavoro è il tentativo di scoprire le possibilità alternative che si nascondono nell'immagine in movimento accompagnata dal suono. Il tentativo di vedere con gli occhi di un neonato il mondo che ci circonda. La prova per una lettura lenta della vita. La contemplazione è lo stato d'animo più profondo dell'uomo che si sente tutt'uno con il mondo. Forse questo film è il tentativo di affinare il mio udito per ascoltare il quieto sussurro dell'universo».

Le notti bianche del postino, The Outsiders, ven 11, ore 19, Spazio Oberdan