IL SENSO DI UN FESTIVAL

IL SENSO DI UN FESTIVAL
di

In occasione della premiazione del ventiseiesimo FCAAAL abbiamo intervistato Alessandra Speciale, co-direttrice insieme ad Annamaria Gallone, per fare il punto su come è cambiata la manifestazione e sul valore di una cinematografia altrimenti poco raggiungibile dal pubblico italiano


Sono ormai 26 anni che Il Festival cinema Africano Asia e America Latina porta a Milano il cinema d'autore proveniente da questi tre continenti.

Alessandra Speciale, co-direttrice del festival insieme a Annamaria Gallone e presidentessa del Milano Film Network, tira le somme di questa lunga esperienza.

I cambiamenti, in positivo e in negativo, gli obiettivi della manifestazione e il rapporto con il pubblico.

(Continua a leggere)

Articoli recenti

TESTIMONE DELL'IMMEMORABILE

TESTIMONE DELL'IMMEMORABILE

Nel 1943 Silvano Lippi viene trasportato, come prigioniero di guerra, nel campo di concentramento di Mauthausen e costretto a obbedire agli ordini degli ufficiali nazisti. L’intenso documentario Dal ritorno di Giovanni Cioni (Fuori concorso, mercoledì 2 dicembre) ricostruisce la sua memoria

Silvano Lippi ha vissuto l’orrore della Seconda Guerra Mondiale da vicino, da una prospettiva opposta rispetto a quanti, prima di lui, hanno  provato a descrivere la vita nei lager nazisti. Silvano è un militare italiano che nel 1943 viene fatto prigioniero in Grecia e portato a Mauthausen. Il suo status non è di deportato, ma di prigioniero politico e così diventa addetto ai forni crematori sotto il rigido controllo degli ufficiali tedeschi.

Continua a leggere
WELCOME TO THE JUNGLE

WELCOME TO THE JUNGLE

Un Super8 in bianco e nero ci trasporta all’interno di un giardino thailandese, dove scopriamo il racconto distaccato e perturbante della quotidianità di un gruppo di militari. Pathompon Mont Tesprateep in Endless, Nameless – sezione Fuori formato - colpisce lo spettatore con una crudezza di linguaggio che non fa distinzioni tra dolore, ozio e scherzo

Un ipnotico gioco di immagini per personaggi senza nome, voce e identità, a volte senza nemmeno un volto: Endless, Nameless del regista thailandese Pathompon Mont Tesprateep tiene fede al proprio titolo, catturando l’occhio dello spettatore anche quando vorrebbe guardare altrove. Ambientato nel giardino del padre, dove la natura stordisce e confonde, questo Super8 sviluppato a mano segue la quotidianità pigra e svogliata di un gruppo di militari thailandesi nel corso di oltre vent’anni.

Continua a leggere
L’ORIZZONTE DA UN RECINTO

L’ORIZZONTE DA UN RECINTO

Uno sguardo claustrofobico su un paesaggio raro. Questo è Topio il cortometraggio suggestivo e prezioso di Ignazio Fabio Mazzola che apre stasera – in prima assoluta – la sezione Prospettive, all'Arcobaleno Film Center

Τοπίο (Topio, l'equivalente greco moderno di "paesaggio") è il titolo della riflessione che Ignazio Fabio Mazzola affronta nel cortometraggio in concorso nella sezione Prospettive al Filmmaker Festival.

Mazzola, diplomato all'Istituto Statale d'Arte di Bari, reinterpreta le parole dell'architetto greco Aris Konstantidinis: «L'opera di architettura funziona come un "topio", accoglie nel suo spazio tutte le cose esistenti prodotte dalla vita e dall'uomo». Applica questo concetto al soggetto che riprende, la masseria Tarsia Morisco di Conversano (Bari). Si tratta di un'architettura pensata non per gratificare l'occhio ma per la sua funzione, il lavoro di un allevatore.

Continua a leggere
BY OUR SELVES VISTO DA AKA B

BY OUR SELVES VISTO DA AKA B

Aka B, tra i migliori artisti italiani contemporanei, regala al nostro Daily una personale versione - cupa e spiazzante - del film By Our Selves di Andrew Kötting

La penna di un fumettista e quella di un poeta, unite dalla macchina di un regista. In questa tavola di Aka B ritroviamo le tinte cupe di By Our Selves di Andrew Kötting, che racconta il viaggio di John Clare nella Foresta di Epping fino alla casa nel Northamptonshire. Nei quattro giorni trascorsi nei boschi e durante le novanta miglia percorse il poeta è solo, affamato, deluso. Nella fuga solitaria dall’ospedale psichiatrico di High Beech il Clare di Aka B affronta se stesso, la sua controparte più disturbante, perché animalesca e misteriosa. Persa ogni maschera, circondato da alberi spogli e spettrali, il poeta, l’uomo, ha di fronte un solo volto: il proprio.

Continua a leggere